Capitolo 1                                 

written by Darcy
Di una cosa ero sempre stata certa nei miei diciotto anni di vita : non avrei mai abbandonato le mie migliori amiche, per me erano tutto. E ora vederle lì davanti ,agonizzanti, i volti contratti nel dolore, lo sguardo vacuo e perso nell’oscurità, era per me un colpo di spada a doppio taglio. Nive, sdraiata a terra, immobile, mi supplicava di aiutarla, mi guardava con occhi rosso fuoco, lei che aveva sempre avuto il cielo dentro di essi, e si aggrappava a me disperata. Le altre erano già sprofondate nell’oscurità, giacevano come morte e non davano segni di ripresa. Poi, lentamente, la visuale iniziò ad annebbiarsi, i contorni comparivano sfocati e un senso di vuoto, circondato da fiamme incandescenti mi prese e caddi nell’oblio.

E pensare che tutto era cominciato per un motivo così sciocco e futile. Era la Domenica della fiera e il centro di Volterra era invaso da una folla di gente turbinante, le strade addobbate a festa, le bancarelle colorate. Ero stata io a decidere di andare al mercatino, solo perché dovevo comprare ancora il regalo a mia sorella, e il suo compleanno era il giorno seguente, il 23 Settembre. Dopo un breve giro di telefonate ci ritrovammo tutte cinque davanti al campanile. Nive, diciotto anni appena mostrati, era arrivata per prima e si era seduta sui gradini della chiesa ad aspettarci. L’adoravo, con i suoi occhi color del mare, i capelli castani sempre raccolti e i jeans a vita bassa stracciati sulle gambe. Era lei che teneva insieme il gruppo con il suo carattere forte, che sedava tutte le discussioni che intraprendevo con Hire, che ci costringeva a far pace. La sopraccitata Hire ( nome completo Hire-Kaijin ) era la mia amica di litigate preferita. Di origini orientali, non assomigliava per niente a una ragazza dell’Oriente, aveva i capelli rossi ramati e dolci occhi come il miele, le labbra carnose e la pelle candida e sottile. Poi c’era Moonni, l’ultima arrivata nel gruppo, da poco tempo aveva tagliato i lunghi capelli corvini in un elegante caschetto che metteva in risalto il nasino all’insù e i grandi occhi verdi. La quinta è Rainie, la piovosa, perché piangeva molto, così dolce e sensibile, gli occhi verde acqua e i capelli scalati sulle spalle minute. Io invece mi chiamo Darcy, perché a detta delle mie amiche sono scontrosa e una so tutto io, ma è per questo che mi vogliono così bene. Ho i capelli castano scuro e occhi come la pece, sono molto alta e uso questo fattore per incutere rispetto.

Al nostro arrivo Nive scattò in piedi e corse ad abbracciarci: “ Era ora, sono dieci minuti che vi aspetto … dove si va ? “ . Rainie propose di iniziare dalla bancarella dei dolci, e così fu. L’orologio batte mezzogiorno e fu lì che accadde. Svoltammo l’angolo cariche di borse, “ Questa via non me la ricordo … “ sussurrò Moonni, ma non ebbe il tempo di finire; una figura ammantata di grigio la assalì. All’inizio non capimmo, stavamo subendo un attacco ? poi prese dal panico ci rendemmo conto che dovevamo intervenire, Moonni aveva bisogno di noi ; allora mi gettai contro la donna che a volto scoperto, ora ci fissava famelica. Aveva gli occhi rossi e denti taglienti come rasoi. Ma nonostante ciò era stupenda. Moonni cadde a terra, la figura demoniaca si voltò e si lanciò allora su Hire, che intanto piangendo gridava disperata dimenandosi .Ma nessuno venne. Volterra era piena di gente ma nessuno sembrava farci caso. “ Chi sei ?“ tentò Nive “ Lasciala, ti prego “, ma la sua voce era flebile e lo sguardo impaurito. Poi la donna morse Hire sotto gli occhi stupiti e disgustati di noi quattro. Hire cadde ai suoi piedi e iniziò a contorcersi urlando. Che ci stava succedendo ? Chi era quella ragazza ? Cosa voleva da noi ?La paura era troppo forte, mi prese come una tenaglia mentre anche Nive veniva agguantata da quelle mani bianche come coltri di neve. Non riuscivo a muovere neanche un passo mentre quella creatura bellissima ma allo stesso tempo affamata di carne umana si dirigeva verso di me. Le gambe mi tremavano e un groppo mi si fermò in gola .Una a una venimmo morse in vari punti del corpo e restammo lì senza la forza di rialzarci. Intorno a me era solo buio,f uoco e un dolore che mi toglieva il respiro, e, prima di assaporare l’inferno, di due sole cose ero consapevole: le mie amiche erano in pericolo, e io non potevo soccorrerle, non ero abbastanza forte. Poi le tenebre e il silenzio mi avvolsero completamente, lasciandomi sola. Fu così che rinascemmo a nuovo sole.

Rainie

Intorno a me c’era solo fuoco, sentivo le gambe lontane, distaccate dal resto del corpo. Il cuore batteva forte, poi a colpi rallentava fino quasi a fermarsi. Sentivo le altre gridare, ma erano voci confuse, provenienti da un’altra realtà diversa dalla mia. Stavo morendo ? O forse stavo solo impazzendo, stavo tornando a essere un nulla. Ma perché nessuno correva a prendermi per mano, a salvarmi ? Dov’erano le altre, erano con me, le avevo viste … ma perché, perché mi stava accadendo questo ? Il tempo passava inesorabile e più mi allontanavo dalla realtà più sentivo di morire. All’improvviso sopraggiunse la pace. Il mio cuore non batteva più. Al suo posto una nuova vita mi aveva accolto tra le sue braccia.

Nive

Mentre cadevo nell’oblio tenevo per mano Rainie. Lei era così piccola, così fragile che dovevo proteggerla a ogni costo, ma lei forse non mi sentiva nemmeno. Io invece ero cosciente. Sentivo tutto. Le persone intorno, lontane, vicine, il sole sul viso, il vento che mi accarezzava la pelle, le mani che sfioravano l’asfalto o stringevano corpi freddi, corpi senza vita. Ma percepivo anche il calore che dal morso si propagava lento in tutto il corpo, e poi avvertivo il sangue mescolarsi a qualcosa di denso e oscuro. Mi sforzai di aprire gli occhi, ci riuscii ma davanti a me si parò solo un muro di sangue. Così li richiusi e attesi, attesi, attesi., finchè mi accorsi di non aver più bisogno di respirare. Nive poteva farne a meno.

Hire-Kaijin

La prima cosa che provai fu una grande sete. Ma di cosa ? Non era nulla di concreto, solo un desiderio irrefrenabile di sentirmi soddisfatta, completa. Volevo rialzarmi, ma ciò non era possibile, ero certa che un peso enorme avesse bloccato le mie membra. Non ricordavo nulla, se non i volti delle altre che mi fissavano orripilate. Ma perché ? Cosa avevo fatto ? Per me c’era solo ilo tepore piacevole ma allo stesso tempo straziante di un fuoco, poi mi scottai, la pelle prese a bruciare e fu lì che capii. Era il morso, era quella ferita che mi procurava tutto. Dovevo toglierla. Alzai la mano ma nel movimento una fitta mi colpì velocissima costringendomi a riabbassarla. Il sangue a un tratto si fermò e smise di scorrere. Avevo l’impressione che qualcosa d’altro risalisse le mie vene nel senso inverso. Basta, basta pensai, ma nessuno mi rispose. La sete, lei sì che rimase.

Moonni

Sapevo che stavo per risvegliarmi perché ormai mi sentivo diversa, i miei arti potevano muoversi ancora e il cuore era tornato a battere. Ma c’era qualcosa che non andava. Non ero più io. No, non era la Moonni che conoscevo a provare tutto ciò. Ero più forte e percepivo ogni cosa come se non avessi più davanti la solita rete di nebbia. Con gli occhi spalancati fissavo il vuoto davanti a me e osservavo quella gamma di colori così nuova. Poi mi decisi : le altre mi aspettavano, e io non dovevo farle aspettare.

Darcy

Da quel momento sono passati due mesi. Ora siamo diverse. Siamo vampire. Dopo esserci risvegliate siamo fuggite nelle penisola di Olympia, dove non possiamo esser riconosciute per ciò che siamo. Abbiamo dovuto abbandonare tutte le nostre famiglie, tutti i nostri amici. Prima di partire siamo tornate a casa, e mentre i nostri genitori non c’erano abbiamo recuperato il necessario. Poi abbiamo aspettato che rientrassero per poterli rivedere per l’ultima volta. Ora abitiamo in una casa ereditata da Rainie da una sua prozia senza figli, nelle vicinanze della cittadina Forks. Da qualche tempo abbiamo smesso di attaccare esseri umani, per lasciare spazio a sangue animale, ma è difficile resistere. Non abbiamo mai smesso di chiederci perché quella giovane vampira ci abbia attaccate, ma ormai è acqua passata, abbiamo altro da fare. Domani io e le altre ci recheremo a caccia nei boschi fuori città. Le previsioni danno pioggia battente e nebbia nel pomeriggio. Ottimo. Abbiamo sentito parlare di una zona chiamata La Push dove a noi vampiri è proibito cacciare, così abbiamo pensato di provare un po’ di rischio. E poi la cosa più emozionante è che finalmente possiamo andare a scuola. Abbiamo raggiunto un livello di autocontrollo tale da permetterci di stare tra altra gente. Moonni ci ha comprato dei splendidi vestitini apposta per ol nostro primo giorno.