Rose e il ritorno alla vita

Stavo correndo nella foresta in cerca di qualcosa per placare la mia sete.

Sfrecciavo fra gli alberi con i capelli biondi e lucenti al vento mentre seguivo la scia di un orso. Un orso? Perfetto, proprio ciò che ci voleva.

Ma vicino all’orso sentii un nuovo odore … così invitante,succulento … L’odore del sangue umano. Nel giro di un secondo arrivai nella radura. Con i miei occhi dorati e famelici per la fame scrutai qua e là fra gli alberi. Che odore irresistibile! La gola cominciò a bruciarmi, il veleno a scorrermi sulla lingua; era già da un po’ che ero una vampira ma era impossibile resistere a quella scia …

Mi avvicinai in posizione di caccia, silenziosa come una pantera, all’orso che era di spalle. Di fronte all’orso, accasciato a terra in una pozza di sangue c’era un uomo. Aveva all’incirca 20 anni.

Sangue,sangue,sangue.

Il mio corpo reagì  d’istinto: nel giro di un millisecondo mi avventai sull’orso spezzandogli la colonna vertebrale e affondai i miei denti nella sua carne. Ero quasi del tutto sazia ormai … ma come potevo non rispondere a quel irresistibile richiamo?  Lentamente mi girai verso l’uomo, combattuta. L’avevo promesso a Carlisle. Niente sciocchezze. Eppure il mio corpo si tendeva d’istinto verso la nuova preda rifiutandosi di lasciarsela scappare. Quando finalmente mi girai ci fu qualcosa in lui che mi bloccò il respiro.

Egli con i suoi occhi castani mi fissava terrorizzato e respirava a fatica. Aveva dei bei riccioli castani che gli cadevano scompigliati sul viso incrostato di sangue e sulle guance rosee e piene aveva due fossette. Il suo viso,i suoi capelli mi riportarono alla mente uno di quei vecchi e indistinti ricordi umani dove io, Rosalie Hale andavo a trovare la mia amica Vera. Ero così invidiosa di lei! Certo io ero molto più bella e ricca, ma lei aveva ciò che desideravo di più in assoluto, un marito e un figlio. Un bellissimo e sorridente bambino con le fossette e tanti capelli ricci e castani, proprio come quest’ uomo. Tesi i muscoli ed evitai di respirare per non perdere il  controllo.

“Chi sei?Ti prego non farmi del male … Aiutami!” rantolò l’uomo, privo di forze.

Io non risposi e mi avvicinai circospetta. Solo un metro mi divideva da lui, dal suo sangue, così caldo e dolce …

No. Non potevo e non dovevo lasciarmi dominare dalla sete.

Poi mi balenò in mente un idea forse assurda ed egoistica ma dettata soltanto dal mio dolore … E se anche io avessi potuto avere finalmente qualcuno con cui passare il resto della mia esistenza? E se anche io avessi potuto amare una persona ed essere amata come Vera e suo marito? Edward ormai era un fratello per me ma … visto che non avevo ancora trovato l’anima gemella … potevo “crearmela”! Quell’ uomo dai riccioli castani avrebbe potuto significare per me sia il ricordo del passato che la speranza per il futuro!Dovevo chiedere a  Carlisle di trasformarlo per me. Era l’unico modo per salvarlo.

Non indugiai oltre, era in fin di vita ormai … mi avvicinai e lo presi in braccio senza sforzo. Il suo sangue cominciò a colarmi sui vestiti … chiusi le vie respiratorie, serrai i denti e cominciai a correre a perdifiato.

Sentivo già che non potevo fargli del male … Sentivo già che lui era mio, che lo sarebbe stato per sempre. Per la prima volta dopo tanto tempo sentii nel mio petto che il mio cuore aveva ricominciato a battere,finalmente avevo ritrovato l’amore. Avevo l’eternità davanti per amare … per amarlo. Se lui avesse voluto.

Con mille nuovi pensieri ed emozioni mi diressi verso casa. Quando arrivai trovai Edward ad attendermi alla porta con un’espressione indecifrabile. Sapeva già tutto.

Senza una parola aprì la porta e si scansò per farmi entrare. Io mi diressi in fretta e furia verso lo studio di Carlisle con l’uomo in braccio,ormai incosciente.

Sentivo gli occhi di Edward addosso mentre salivo le scale. A quanto pare mi aspettava una bella ramanzina.

Nel giro di un secondo avevo attraversato il salotto,salito le scale ed ero già di fronte a Carlisle che ripuliva la scrivania per adagiare il corpo dell’uomo. L’unica cosa che mi disse fu:”Adesso lascia fare a me.” Annuii, sistemai l’uomo sulla scrivania e prima di andarmene gli diedi un lieve bacio sulla fronte.

Soddisfatta per ciò che avevo fatto e rianimata da una nuova speranza andai in camera mia a cambiarmi. Mi liberai del completino rosa salmone che ormai era ridotto e uno straccio e optai per un completino blu notte. Mi girai verso lo specchio e mentre mi sistemavo i capelli pensavo a cosa avrebbe pensato di me lui … In fondo ero bellissima! Tutto di me era perfetto tanto da fare invidia alle modelle più belle eppure … Edward non mi aveva mai desiderato … Era come immune al mio fascino. Inizialmente ne ero rimasta un po’ offesa … Tutte le ragazze mi avevano sempre guardata con ammirazione o con invidia e tutti i ragazzi mi guardavano e mi volevano … Solo dopo ho cominciato ad odiare la mia bellezza e a incolparla di tutto ciò che mi era successo … Però adesso avevo la possibilità di essere felice … Felice.

Passarono tre giorni … Tre lunghi giorni finché egli non si svegliò. Gli spiegammo ciò che era diventato e ciò che avevo fatto per salvarlo. Lui con quegli occhi rossi mi guardava confuso, quasi impaurito nonostante fosse un colosso. Carlisle gli chiese: “ Come ti chiami,ragazzo?” Egli rispose: “sono Emmett.” Poi immediatamente si tappò la bocca sconcertato per il nuovo suono della sua voce. Carlisle Calmo gli disse:”Quello della voce non è l’unico cambiamento, adesso sei molto più forte, più veloce. Per quanto riguarda la nostra … dieta, noi non siamo come gli altri … noi ci nutriamo con sangue animale non umano. E’ per questo che abbiamo gli occhi dorati.” Io aggiunsi:”Non volgiamo essere degli assassini. Adesso devi scegliere … Rimarrai con noi e accetterai queste condizioni?”

Il neonato cominciò ad agitarsi … “Ho sete! Mi brucia la gola,Ho sete!”

Esme mi si avvicinò e mi disse:” E’ normale. Forse è il caso che prima vada a caccia.”

Edward annuì e  provò ad avvicinarsi a lui ma appena ci provò Emmett gli ringhiò contro e mi indicò inchiodandomi con i suoi occhi cremisi. “Voglio lei!Lei verrà con me.” Gli sorrisi e dissi :” Ok. Andiamo Emmett?” Ma Esme preoccupata disse:” Forse non è il caso che tu vada da sola Rose … ”

“Esme non preoccuparti .”

“Ma è un neonato ...”

“Non le farò del male.” Disse a un certo punto Emmett.” Lei mi ha salvato. Non posso farle del male.”

Esme gli sorrise dolcemente e Carlisle disse: “Ok. Ci fidiamo della tua parola. Ora vai pure a caccia con Rose.”

“Vieni!” gli dissi e saltai giù dalla finestra, Emmett mi seguì. Corremmo tra gli alberi mentre lui si guardava in giro sconvolto ma euforico.

Arrivammo in una piccola radura. Mi fermai. Lui mi guardò perplesso : “ Dove sono gli animali? Ho sete!” Gli sorrisi e gli dissi : “ Sei tu che devi trovarli, concentrati Emm.” Lui mi sorrise di rimando e chiuse gli occhi. A un certo punto ringhiò. Scoprì i denti e in posizione da caccia cominciò a correre. Lo seguii. Trovammo una mandria di cerbiatti lì vicino che si abbeveravano in un ruscelletto. Lui sconvolto dalla sete si avventò sul primo animale capitatagli a tiro e mi occupai di una altro lì vicino.Ero già abbastanza satura di sangue e dopo 2 vittime mi fermai ad osservarlo cacciare.

Nonostante fosse la sua prima volta se la stava cavando alla grande! Non si era quasi nemmeno sporcato gli abiti e si muoveva con un agilità insolita per uno della sua stazza, anche se vampiro. Continuai ad osservarlo ammirata finché anche lui ormai sazio si fermò. Si giro verso di me e disse:” E’ stato divertente! Ma la prossima volta voglio qualcosa di più grande da cacciare … Voglio un po’ di lotta!” Ridacchiai della sua espressione soddisfatta e prendendolo per mano cominciai a correre. Invece di fare la stessa strada per tornare a casa, decisi di fare una deviazione. Non avevo molta voglia di tornare a casa, non adesso che ero finalmente da sola con lui.

Anche lui se ne accorse, infatti mi chiese:” Come mai abbiamo cambiato strada,Rosalie?”

Quando pronunciò il mio nome mi sentii come un fuoco caldo bruciarmi le membra ,ma non come quello della trasformazione,non doloroso ma piacevole,che risvegliata i sensi, e se fossi stata ancora umana sarei certamente arrossita e il cuore avrebbe cominciato a battermi all’impazzata.

Mi ripresi e gli risposi, sorridendogli: “Volevo stare un po’ da sola con te, Emmett.” Emm ridacchiò e improvvisamente mi prese in braccio e cominciò a correre più veloce.

Dopo cinque minuti si fermò e mi fece scendere delicatamente. Eravamo nella stessa radura dove l’avevo trovato agonizzante ai piedi dell’orso. Era molto ampia e attraversata da un piccolo ruscelletto. Circondata da grandi alberi secolari senza più l’odore del sangue era… magica. Si era magica perché era li che avevo conosciuto Emm, era li che avevo ricominciato ad avere speranza ed era li che avevo trovato ciò che mi aveva riportato alla vita.

Mi girai verso di lui che rispose con un sorriso alla mia espressione sorpresa e poi aggiunse: “ Volevo ringraziarti di avermi salvato. Questa non è la vita che più desideravo ma sono comunque contento. E sai perché? Perché ho conosciuto una ragazza bellissima e speciale come te, e per questo non ho rimpianti.” Poi mi cinse i fianchi e mi si avvicinò con molta lentezza aspettando una mia reazione mentre io sentivo gli occhi pizzicare. Avrei pianto se avessi potuto. Ma di gioia. Ricambiava i miei sentimenti! Io , che non avevo parole per esprimere ciò che provavo avvicinai il mio volto al suo e lo baciai. Fu un bacio breve, delicato, ma denso di significato e affetto. Finalmente capivo e non provavo più invidia per Vera, anche io avevo trovato la mia metà… la mia vera metà!

Rimanemmo lì, sdraiati sull ’erba tutto il pomeriggio a raccontarci la nostra storia, il nostro passato.

Lui era un falegname. Suo padre aveva una piccola bottega dove lui abitualmente dava una mano da quand aveva appena 12 anni. Amava molto il suo lavoro. Diceva che lo distraeva da tutto e poteva passare ore a intagliare il legno senza stancarsi. Quel pomeriggio in cui io cambiai il suo destino, si era avventurato nel bosco in cerca di legna, ma la fortuna non fu con lui e così venne aggredito da quell’ orso. Mi disse che era preoccupato per suo padre che ora era da solo anche perché sua madre era morta 2 anni prima per un incidente stradale.

Lo rassicurai dicendogli: “ Sono sicura che saprà badare a se stesso, stai tranquillo.” Lui mi sorrise, un sorriso triste, quella visione per me era insopportabile.

Allora per cercare di alleviare la sua sofferenza aggiunsi: “ Magari, quando avrai l’autocontrollo necessario potrai andare a vedere come sta.” Il suo viso si illuminò e ricomparvero quelle meravigliose fossettine…

“Ok. Aspetterò.” Poi aggiunse : “ Abbiamo parlato solo di me… perché non mi racconti del tuo passato?” con gli occhi cremisi accesi di curiosità. Ecco la domanda che temevo. Cosa avrebbe pensato di me dopo che gli avrei raccontato ciò che era successo e la ragazza stupida e superficiale che ero? No. Doveva sapere. Allora sospirai e cominciai a raccontare.

Dopo che ebbi finito e che gli ebbi raccontato di Royce King e di ciò che mi aveva fatto emise ringhiò così forte da far tremare il terreno e in preda alla rabbia sputò fra i denti : “ Vorrei tanto averlo tra le mani quel…” Io lo interruppi e gli dissi: “ Ci ho già pensato io. Andai da lui e lo uccisi insieme a suoi stupidi amici. Doveva pagare per quello che ha fatto.” Evitai di dirgli che mi presentai davanti a Royce vestita da sposa, era una cosa troppo infantile. Lui mi guardò senza dire una parola e io rimasi in silenzio aspettando che parlasse. Quando non lo fece decisi che era ora di tornare a casa. “ Ok andiamo.” Rispose Emmett. Lo presi per mano e corremmo verso casa.. Edward ci aspettava come al solito sulla soglia di casa e disse, in tono sarcastico: “ Ecco la coppietta.” Irritata lo superai senza degnarlo di una risposta e trovai Esme seduta sul divano con Carlisle a fianco a fare a guardare distrattamente il telegiornale. Quando arrivammo entrami si alzarono  e si avvicinarono sorridenti. Esme mi abbracciò e mi baciò sulla fronte e Carlisle disse:“ siamo contenti che tu, Emmett, sia entrato a far parte della nostra famiglia e siamo contenti per te Rose, che finalmente hai trovato la felicità.”

Finalmente avevo trovato la felicità. Finalmente avevo ricominciato a vivere. Non riuscivo a crederci, ma… avevo tutta l’eternità per rendermene conto!