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                                                       TWILIGHT

 Non ho mai pensato seriamente alla mia morte ma morire a posto di qualcuno che amo è un buon modo per andarsene.

"Seriamente, Edward" sentii un brivido quando pronunciai il suo nome e non ne fui contenta, "non riesco a seguirti. Pensavo che non volessi essermi amico"
"Ho detto che sarebbe meglio se non diventassimo amici, non che non voglio"


“Prima o poi capirò”,Lo avvertii.
“Meglio che non ci provi”.Era tornato serio.
“Perché?”
“E se non fossi il supereroe?Se fossi il cattivo?”. Sorrise.

La tua ora è suonata quando ti ho conosciuta.

Ora che sapevo del mio segreto pauroso non potevo fare niente. Perché quando pensavo ad Edward, alla sua voce, al suo sguardo ipnotico, al magnetismo della sua personalità, non desideravo altro che trovarmi accanto a lui.

 Ecco, tu sei esattamente la mia qualità preferita di eroina.

Lui si allontanò di scatto, liberandosi senza difficoltà dalla mia presa.
"Accidenti Bella" sbottò ansimante "tu mi vuoi morto, altroché!"
Mi piegai in avanti, appoggiandomi alle ginocchia per non perdere l'equilibrio.
"Tu sei indistruttibile", sussurrai, senza fiato.
"Lo credevo anche io, prima di conoscerti"


"Isabella". Pronunciò il mio nome completo con attenzione; poi, con la mano libera, giocò con i miei capelli, scompigliandoli. Quel contatto così casuale mi scatenò una tempesta dentro. "Bella, arriverei a odiare me stesso, se dovessi farti del male. Non hai idea di che tormento sia stato", abbassò gli occhi, intimorito, "il pensiero di te immobile, bianca, fredda... di non vederti più avvampare di rossore, di non poter più cogliere la scintilla nel tuo sguardo quando capisci che ti sto prendendo in giro... non sarei in grado di sopportarlo". Mi fissò con i suoi occhi meravigliosi e angosciati. "Ora sei la cosa più importante per me. La cosa più importante di tutta la mia vita".

Sgranò gli occhi. "Questo sarebbe il tuo sogno? Diventare un mostro? ".
"Non proprio", risposi, rabbuiandomi alla parola che aveva scelto. Mostro, figuriamoci. "Più che altro, sogno di restare con te per sempre".
La sua espressione cambiò, resa mesta e dolce dal sottile dolore che m'incrinava la voce.
"Bella". Con le dita sfiorò il contorno delle mie labbra. "Starò sempre con te. Non ti basta?"
Il sorriso mi si aprì sotto le sue dita. "Mi basta, per ora".


La nostra relazione non poteva continuare in quel modo, in equilibrio sulla punta di un coltello. Prima o poi saremmo caduti, da una parte o dall'altra della lama, e ciò dipendeva esclusivamente dalle sue scelte, o dai suoi istinti. Io avevo preso una decisione prima ancora di rendermene conto razionalmente ed ero pronta a rispettarla fino in fondo. Perché niente era per me più terrificante, più straziante, del pensiero di allontanarmi da lui

Se ci sei tu, non ho bisogno del paradiso.

"Ti amo" disse "è una giustificazione banale per quanto faccio, ma sincera".

                                                   
                                                   NEW MOON


Solo un luogo aveva quel requisito. Un luogo che sarebbe appartenuto sempre e soltanto a lui, e a nessun'altro. Un posto magico, pieno di luce. La bella radura che avevo visto una volta sola in vita mia, illuminata dal sole e dalla sua pelle sfavillante. L'idea poteva avere conseguenze negative: troppo rischio e troppo dolore. Sentivo una fitta e un vuoto dentro al solo pensiero! Era difficile non tradire emozioni. Ma di sicuro, là, come in nessun altro luogo, sarei riuscita a sentire la sua voce.

Desideravo perdermi in quella lunga caduta, simile a un volo.
Certo, sarebbe stato il gesto più stupido e irresponsabile mai commesso in vita mia. A quel pensiero, sorrisi. Il dolore era già meno intenso, come se il mio corpo sapesse che entro pochi secondi avrei sentito la voce di Edward...


"È il nome che danno a chi scatena l'effetto che fa a me il profumo di Bella. L'hanno chiamata la mia "cantante", perché il suo sangue canta per me".

Terza opzione: Edward mi amava. Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'essenza e del tempo. Poco importava che fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me, ormai anche lui era coinvolto e condizionato in modo irreversibile. Era destinato a essere mio per sempre, come io appartenevo a lui.

"E le tue distrazioni?"
Rise, ma senza la minima traccia di buonumore. "Faceva parte della bugia, amore mio. Non sono mai riuscito a cancellare... l'agonia. Il mio cuore non batteva da quasi novant'anni, ma stavolta è andata diversamente. Non lo sentivo più, al suo posto c'era un vuoto. Come se ti fossi portata via tutto ciò che avevo dentro."


"Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità... Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso."
Desideravo credergli. Ma stava descrivendo la mia vita senza di lui, non il contrario.


"Ti sei davvero lasciata tutto alle spalle, come desideravo? Tutto sommato sarebbe... giusto. Non contesterò la tua decisione. Perciò non temere la mia reazione, ti prego. Dimmi solo se dopo tutto ciò che ti ho fatto puoi ancora amarmi o no. Puoi?", sussurrò.
"Ma che razza di domanda scema è questa?"
"Ti prego, rispondi. Per favore."
Lo guardai cupa, per un istante interminabile. "Ciò che provo per te non cambierà mai. Certo che ti amo... e tu non puoi farci niente!"
"Non avevo bisogno di sentire altro".




                                                       ECLIPSE

Ecco perché ero là. Ecco perché ero pronta ad affrontare qualunque accoglienza, al mio rientro. Perché, dietro alla rabbia e al sarcasmo, Jacob soffriva. Ormai glielo leggevo negli occhi. Non sapevo come aiutarlo, ma sapevo di doverci provare. Era il minimo che potessi fare per lui. Perché mi sentivo colpita dal suo stesso dolore. Jacob era diventato parte di me, ormai era impossibile tornare indietro.

Jacob: è come una droga per te bella, ormai l'ho capito. Ma io sarei stato qualcosa di più sano: l'aria, il sole.
Bella: anche io ne ero certa, eri come il mio sole personale! Il rimedio migliore alle nuvole.
Jacob: alle nuvole posso farcela. Ma a un'eclissi... no!


All'improvviso mi lanciò uno sguardo penetrante. "Ma non vedrò mai nessun'altra Bella. Io vedo soltanto te. Anche quando chiudo gli occhi e provo a pensare a qualcos'altro."

"Conosci quella storia nella Bibbia?" Domandò Jacob all'improvviso, senza staccare gli occhi da soffitto vuoto. "Quella del re e delle due donne che si contendono il bambino?"
"Certo. Re Salomone."
"Esatto. Re Salomone", ripetè. "Ed egli disse: - tagliate il bambino in due - ... ma era soltanto per metterle alla prova. E vedere chi sarebbe stata disposta a rinunciare alla propria metà pur di salvarlo."
"Sì, ricordo."
Tornò a guardarmi in faccia. "Non voglio più spezzarti a metà, Bella."
Capivo bene il senso delle sue parole. Stava dicendo di volersi arrendere perché mi amava con tutto sé stesso.


Cercai la sua mano e sospirai quando le sue dita fredde trovarono le mie. Il contatto portò con sé una stranissima sensazione di sicurezza, come una sofferenza placata all'improvviso.

Dormi, mia Bella. Fai tanti bei sogni. Tu sei l'unica ad avermi mai preso il cuore. Sarà per sempre tuo. Dormi, mio unico amore.

"E cosa avresti desiderato?" chiesi piena di dubbi "tu puoi avere tutto."
"Ho desiderato te." E il suo sorriso si spense. "Non ne avevo il diritto ma ho allungato la mano e ti ho presa ugualmente. E ora, guardati cosa sei diventata! Stai cercando di sedurre un vampiro." Scosse la testa con finto orrore.
"Non è peccato desiderare ciò che è già tuo, lo sai. E poi, pensavo fossi preoccupato per la mia virtù."
"Lo sono. Se per me è troppo tardi... Bè andrei all'inferno, e dico sul serio, pur di impedire che ci finisca tu."
"Non puoi lasciarmi andare in un posto in cui tu non ci sarai." dissi "Per me quello è l'inferno. Comunque, c'è una soluzione anche a questo: che ne dici di diventare immortali?"




                                                 BREAKING DOWN

A volte era così facile dimenticare che baciavo un vampiro. Non perché il suo aspetto fosse comune o umano - nemmeno per un secondo riuscivo a dimenticare che tra le braccia stringevo qualcuno che era più un angelo che un uomo - ma perché Edward trasformava in una cosa dal nulla il fatto che le sue labbra fossero sulle mie, sul mio viso e sul mio collo. Diceva che il mio sangue ormai non era più una tentazione, che il timore di perdermi aveva neutralizzato ogni brama. Eppure sapevo che l'odore del mio sangue lo faceva ancora soffrire, gli bruciava ancora la gola come se respirasse fuoco.
Socchiusi gli occhi e vidi i suoi fissi sul mio viso. Era assurdo quando mi guardava così. Come fossi il premio anziché la vincitrice, sfacciatamente fortunata.


Trovai il numero che cercavo, un numero che mai avevo chiamato in vita mia. Premetti il tasto e incrociai le dita.
"Pronto?", rispose una voce simile al suono di campane dorate.
"Rosalie?", sussurrai. "Sono Bella. Ti prego. Devi aiutarmi".


È facile scappare da qualcuno di cui hai paura, o tentare di combattere qualcuno che odi. [...]
Ma se ami chi ti sta uccidendo, non hai alternative. Come puoi scappare, come puoi combattere se così feriresti il tuo adorato? Se la vita è tutto ciò che hai da offrirgli, come fai a negarglielo?
Se è qualcuno che ami davvero...


Eccolo arrivato. L'oceano di dolore. L'altra riva così lontana, oltre quella massa d'acqua ribollente, che non potevo neanche immaginarla, ancor meno vederla.
Ancora una volta, smarrito il mio obiettivo mi sentivo vuoto. Salvare Bella era stata la mia battaglia per tanto tempo. E avevo fallito. Aveva deciso di sacrificarsi e di lasciarsi fare a pezzi dalla figlia del mostro. La battaglia era persa. Era tutto finito.


Mi diressi verso la porta, contando i secondi. "Un Mississipi... due Mississipi..."
"Attento a non cadere nel fiume, cagnaccio", borbottò Rosalie.
"Sai come si fa ad annegare una bionda Rosalie?", le chiesi senza fermarmi né voltarmi a guardarla "Basta incollare uno specchio sul fondo della piscina".

Come prima, fu come se il tocco della sua pelle, delle labbra, delle mani, affondasse nella mia pelle, dura e liscia, nelle mie nuove ossa. Fino al centro del mio corpo. Non avevo immaginato che lo avrei potuto amare piu di prima. La mia vecchia mente non sarebbe mai riuscita a contenere tutto quell'amore. Il mio vecchio cuore non avrebbe mai avuto la forza necessaria a sopportarlo.

Edward baciò Renesmee sulla fronte e sulle guance, poi la sollevò per issarla sulla schiena di Jacob. Lei salì con agilità, tenendosi alla sua pelliccia, e trovò posto facilmente nell'incavo fra quelle enormi scapole.
Jacob si girò verso di me, gli occhi espressivi pieni di tormento, con quel ruggito tonante che gli straziava ancora il petto.
"Sei l'unico a cui potremmo affidarla", gli mormorai "se tu non l'amassi tanto, non potrei mai sopportare questo momento. So che sei in grado di porteggerla, Jacob".
Gemette di nuovo e chinò la testa per darmi dei colpetti sulla spalla.
"Lo so", sussurrai "anch'io ti voglio tanto bene, Jake. Sarai sempre il mio testimone di nozze".
Sulla pelliccia rossastra, sotto l'occhio gli scorreva una lacrima grande quanto una palla da baseball.
Edward posò il capo sulla stessa spalla dove aveva collocato Renesmee. "Addio, Jacob, fratello mio... figlio mio"


."Non temere", mormorai. "Noi ci apparteniamo". Fui immediatamente travolta dalla verità delle mie stesse parole. Quel momento era così perfetto, così giusto, che per nulla al mondo potevo dubitarne. Le sue braccia mi avvolsero stringendomi a lui, estate e inverno. Era come se ogni terminazione nervosa del mio corpo sprizzasse elettricità. "Per sempre", aggiunse Edward e mi trascinò con dolcezza verso acque piu profonde.


                                                          A cura di Rainie